Ci si fermi dunque su questo pensiero: «l’invisibile diventerà visibile».
Se si arriva ad effettuare questo esercizio nel modo giusto, si comincerà dopo qualche tempo – probabilmente soltanto dopo molti tentativi – a sentire interiormente una forza che provocherà in noi una nuova facoltà di visione. Il granellino ci apparirà come racchiuso in una piccola nube luminosa e si riceverà un’impressione simile a quella che procura la vista del colore lilla. Appare così, ciò che prima non si vedeva e che è stato creato dalla forza dei pensieri e dei sentimenti destati in noi.
Durante tutti questi esercizi l’intelletto deve sempre rimanere sveglio e chiaro, sarebbe infatti un grave errore, se per mezzo di questi esercizi, l’uomo venisse a perdere il proprio equilibrio o si abbandonasse a sciocche fantasticherie.
Un altro esercizio che si può fare è
il seguente: ci si deve porre dinanzi a una pianta che si trovi in stato di completo sviluppo, e compenetrarsi del pensiero, che verrà un tempo in cui questa pianta morirà. Ma per allora avrà sviluppato dei semi, che a loro volta diverranno piante. L’idea che la pianta formi dei semi insegna che essa non sparirà nel nulla. E anche qui ci si accorge che in ciò che si vede, esiste alcunché di nascosto, che non si vede.
Se si fa vivere questo pensiero e ad esso si unisce il sentimento che vi corrisponde, si sviluppa a sua volta nell’anima, dopo un determinato tempo, una forza che si trasforma in una nuova percezione.
Dalla pianta scaturisce anche qui una specie di fiamma che può essere sentita come celeste verdastra mentre l’orlo esteriore appare di un colore rosso giallognolo. Occorre insistere esplicitamente sul fatto, che per «colore» non si intende ciò che viene percepito dalla vista fisica, ma ciò che si rileva per mezzo della percezione spirituale e che è qualcosa di simile all’impressione fisica che si riceve dal colore.
Chi è arrivato a vedere spiritualmente questi fenomeni ha acquistato molto. Egli comincia a vedere ovunque lo spirito di ogni cosa e in tal modo ha fatto i primi passi, per arrivare gradatamente alla visione diretta del segreto che si nasconde dietro alla nascita e alla morte.
Per lo spirito, nascita e morte non sono che una trasformazione, come lo sbocciare del fiore è una trasformazione che si svolge dinanzi agli occhi fisici; ma per conseguire la conoscenza diretta di tale processo, occorre che l’uomo risvegli nel modo sopra indicato, il senso spirituale adatto.
Esistono anche persone dotate di speciali disposizioni psichiche, alle quali basta un piccolo impulso, per svilupparsi; ma sono rare eccezioni, alle quali non bisogna far riferimento.
Cadrebbe in grave errore chi credesse di poter arrivare alla meta più comodamente con la sola “rappresentazione”, ad esempio riguardo al seme sopra citato, non si tratta di crearsi arbitrariamente delle visioni, ma lasciare che la realtà le crei nell’uomo.
La verità deve scaturire dalla profondità dell’anima; ed è agli esseri, di cui voglio vedere la realtà spirituale, che spetta evocarla.
di Rudolf Steiner
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Diario di una ragazza indaco di Michela Marini © COPYRIGHT
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