venerdì 26 luglio 2013

L'Invisibile diventerà Visibile


Ci si fermi dunque su questo pensiero: «l’invisibile diventerà visibile».


Se si arriva ad effettuare questo esercizio nel modo giusto, si comincerà dopo qualche tempo – probabilmente soltanto dopo molti tentativi – a sentire interiormente una forza che provocherà in noi una nuova facoltà di visione. Il granellino ci apparirà come racchiuso in una piccola nube luminosa e si riceverà un’impressione simile a quella che procura la vista del colore lilla. Appare così, ciò che prima non si vedeva e che è stato creato dalla forza dei pensieri e dei sentimenti destati in noi.

Durante tutti questi esercizi l’intelletto deve sempre rimanere sveglio e chiaro, sarebbe infatti un grave errore, se per mezzo di questi esercizi, l’uomo venisse a perdere il proprio equilibrio o si abbandonasse a sciocche fantasticherie.

Un altro esercizio che si può fare è
il seguente: ci si deve porre dinanzi a una pianta che si trovi in stato di completo sviluppo, e compenetrarsi del pensiero, che verrà un tempo in cui questa pianta morirà. Ma per allora avrà sviluppato dei semi, che a loro volta diverranno piante. L’idea che la pianta formi dei semi insegna che essa non sparirà nel nulla. E anche qui ci si accorge che in ciò che si vede, esiste alcunché di nascosto, che non si vede.

Se si fa vivere questo pensiero e ad esso si unisce il sentimento che vi corrisponde, si sviluppa a sua volta nell’anima, dopo un determinato tempo, una forza che si trasforma in una nuova percezione.

 
Dalla pianta scaturisce anche qui una specie di fiamma che può essere sentita come celeste verdastra mentre l’orlo esteriore appare di un colore rosso giallognolo. Occorre insistere esplicitamente sul fatto, che per «colore» non si intende ciò che viene percepito dalla vista fisica, ma ciò che si rileva per mezzo della percezione spirituale e che è qualcosa di simile all’impressione fisica che si riceve dal colore.

Chi è arrivato a vedere spiritualmente questi fenomeni ha acquistato molto. Egli comincia a vedere ovunque lo spirito di ogni cosa e in tal modo ha fatto i primi passi, per arrivare gradatamente alla visione diretta del segreto che si nasconde dietro alla nascita e alla morte.

Per lo spirito, nascita e morte non sono che una trasformazione, come lo sbocciare del fiore è una trasformazione che si svolge dinanzi agli occhi fisici; ma per conseguire la conoscenza diretta di tale processo, occorre che l’uomo risvegli nel modo sopra indicato, il senso spirituale adatto.

Esistono anche persone dotate di speciali disposizioni psichiche, alle quali basta un piccolo impulso, per svilupparsi; ma sono rare eccezioni, alle quali non bisogna far riferimento.

Cadrebbe in grave errore chi credesse di poter arrivare alla meta più comodamente con la sola “rappresentazione”, ad esempio riguardo al seme sopra citato, non si tratta di crearsi arbitrariamente delle visioni, ma lasciare che la realtà le crei nell’uomo.

La verità deve scaturire dalla profondità dell’anima; ed è agli esseri, di cui voglio vedere la realtà spirituale, che spetta evocarla.

di Rudolf Steiner


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Diario di una ragazza indaco di Michela Marini © COPYRIGHT

mercoledì 24 luglio 2013

Chi ha spento il lampione? Chi ha fulminato la lampadina?




STREET LIGHT INTERFERENCE

Vi è mai capitato camminando per strada che un lampione sembrasse spegnersi al vostro passaggio? O che accendendo la luce vi capiti spesso di fulminare le lampadine?

Esiste un fenomeno chiamato Street light interference: il misterioso potere di chi spegne le luci passandoci accanto.


DI CHE COSA SI TRATTA?
La premessa d’obbligo è che non stiamo parlando di quando la lampadina fluorescente di un lampione invecchia, si surriscalda e, naturalmente, inizia a lampeggiare per poi spegnarsi ed, una volta che si è raffreddata, si riaccende.

Non si tratta nemmeno del fatto che alcuni lampioni si accendono e si spengono da soli ogni pochi minuti.

E tanto meno dei temporizzatori che, in alcune città, sono installati per risparmiare energia, ma dal momento che i timer non sono sincronizzati, alcune luci restano accese ed altre restano spente.

Infine, non è neanche, un trucco scenico come nel famoso video di Michael Jackson.

La situazione è più complessa e misteriosa.

Partiamo da una testimonianza.

“Circa cinque anni fa, ho notato che, a volte, mentre sto guidando lungo la strada di notte, un lampione si spegne come vi passo sotto”, spiega SD, che chiede l’anonimato. “Mi capita spesso e, sembra, sempre più di frequente.”
“Questa cosa mi fa venire i brividi. Cioè se ti succede una volta o in rarissimi casi, non credo che ci avrei fatto caso e, comunque, non ci avrei pensato più di tanto”, prosegue SD.

“Ma quando accade circa una volta o due volte alla settimana, penso di potere iniziare a insospettirmi e preoccuparmi, a ragione. Potrebbe essere qualche cosa di elettronico o potrebbe essere qualcosa di più misterioso e meno spiegabile?”, si domanda.

Il fenomeno è noto come interferenza sui lampioni della strada, o SLI (street lamp interference), ed è, probabilmente un evento psichico, del quale, però si sa ancora molto poco perché ha appena iniziato ad essere riconosciuto e studiato.

Come per la maggior parte dei fenomeni analoghi, mancano evidenze e prove scientifiche, e, tutto ciò che sappiamo è quasi esclusivamente aneddotica.

Nel Web molti raccontano storie di SLI.

Di solito, una persona che ha questo effetto sui lampioni, ossia uno “Slider”, nota che la luce si accende o spegne quando cammina o vi guida sotto.

Ovviamente, ciò potrebbe accadere, a volte, per caso, con un lampione difettoso (probabilmente è capitato a tutti noi un fatto simile ogni tanto), ma i Slider sostengono che a loro si verifica regolarmente.

Non succede sempre e con ogni lampione, ma abbastanza spesso da indurli a sospettare che si tratti di qualcosa di insolito, molto insolito.

Non di rado, gli Slider sostengono di avere questo strano effetto anche su altri apparecchi e dispositivi elettronici.

Nelle testimonianze online, segnalano effetti del tipo:

• si spengono apparecchi come lampade e televisori senza essere toccati

• lampadine costantemente accese o spente e che scoppiano, quando essi cercano di accenderle o spegnerle,

• improvvisi cambiamenti di volume in televisori, radio e lettori CD.

• orologi che smettono di funzionare

• i giocattoli elettronici dei bambini che si accendono in loro presenza,

• Carte di credito ed altri tipi di carte magnetiche che si cancellano o danneggiate



QUAL È LA CAUSA DI TUTTO CIÒ?

Qualsiasi tentativo di individuare una causa per la SLI, a questo punto, sarebbe mera speculazione senza un’approfondita indagine scientifica.

Il problema di tali studi, come per molte forme di fenomeni psichici, è che sono molto difficili da riprodurre in laboratorio.

Sembrano accadere spontaneamente senza l’intenzione deliberata dei Slider.

Secondo alcuni test informali, i Slider, di solito, non sono in grado di creare l’effetto su richiesta.

Una spiegazione ragionevole per l’effetto potrebbe avere qualcosa a che fare con gli impulsi ‘elettrici’ del nostro cervello.

Tutti i nostri pensieri ed i movimenti sono il risultato di impulsi elettrici generati dal cervello.

Al momento, conosciamo gli effetti sul nostro corpo di tali impulsi che, tra l’altro, sono misurabili. Ma è possibile che possano avere un effetto anche al di fuori del nostro corpo, ossia che agiscano come una sorta di telecomando?

Una ricerca di laboratorio condotta presso il Princeton Engineering Anomalies Research (PEAR) ha suggerito che il subconscio può davvero influenzare dispositivi elettronici.

Ossia, come abbiamo già visto parlando della coscienza collettiva, siamo in grado di influenzare la generazioni casuale di numeri binari di un computer producendo dei risultati molto diversi da quelli che si sarebbero verificati solo per caso.

Questa ricerca, insieme a varie altre condotte in diversi laboratori di tutto il mondo, stanno incominciando a rivelare, in termini scientifici, la realtà di fenomeni psichici come l’ESP, la telecinesi e presto, forse, la SLI.

Anche se l’effetto SLI non è generato in modo consapevole e conscio, alcuni Slier riferiscono che quando si verifica, spesso sono in uno stato di forte intensità emotiva.

Una situazione di rabbia o stress è spesso citata come la “causa”.

Lo slider Debbie Wolf spiega: “Mi succede quando sono stressato da qualche cosa. Quando sto ruminando qualcosa in testa e, poi, ecco che capita”

Però, può essere tutto solo una coincidenza?



COINCIDENZE O FENOMENI FISICI?

David Barlow, uno studioso di fisica ed astrofisica, sospetta che il fenomeno possa essere attribuito a persone che seguono, in qualche modo, il modello del “rumore casuale”.

“È improbabile che una luce si accenda quando si cammina di fianco ad un lampione, quindi è uno shock quando succede. Se ciò dovesse accadere un paio di volte consecutivamente, vuol dire che c’è qualche cosa che sta accadendo, che c’è qualche meccanismo che non conosciamo in atto”.

I ricercatori sono nettamente divisi su questo tema. Secondo Leonardo Vintiñi, dell’Epoch Times, alcuni scettici sostengono che lo SLI sia solo una coincidenza: “i lampioni si spengono spesso fuori ed alla gente che sembra di vedere una certa regolarità è solo che presta più attenzione al caso o cerca di dimostrare che davvero ciò accada.”

Alcuni credono che sia indice di un particolare potere psichico ed altri che sia un risultato di spiriti o fantasmi che infestano la persona in questione.



UN CAMPO ELETTROMAGNETICO EMOTIVO?

Non è da escludere che possa trattarsi di un fenomeno naturale piuttosto che di uno soprannaturale.

Il sistema nervoso umano, come abbiamo visto poco fa, è alimentato da impulsi elettrici che viaggiano avanti e indietro attraverso i nervi, il midollo spinale e del cervello.

Questo crea un campo elettromagnetico molto lieve, ma che, invero, secondo alcuni studiosi, è troppo debole per influenzare qualcosa.

Tuttavia, i Slider sembra abbiano un campo elettromagnetico insolitamente forte.

Così quando si trovano in una situazione emotivamente molto intensa, la loro energia in eccesso pare sia in grado di viaggiare attraverso l’aria sino ad interferire con il campo elettromagnetico di alcuni apparecchi elettronici.

Quindi, l’incremento del loro campo di energia si traduce in un’interferenza con la Tv, nello spegnersi delle lampadine, dei telefoni cellulari e di semafori che iniziano, improvvisamente, a lampeggiare all’impazzata.



LA RICERCA SULLO SLI

Richard Wiseman dell’Università di Hertfordshire in Inghilterra ha svolto una ricerca sul fenomeno SLI.

Nel 2000, Wiseman è comparso su tutti i giornali per un progetto volto a testare l’ESP con uno strumento chiamato The Mind Machine Mente disposto in varie località in Inghilterra per raccogliere una grande quantità di dati sulle possibili psichiche della gente.

Anche Hillary Evans, con l’Associazione per lo studio scientifico dei fenomeni anomali (ASSAP), se ne è occupata in modo molto approfondito.

Alla fine della ricerca ha concluso: “dalle lettere che ricevo è abbastanza evidente che queste persone sono in perfetta salute, sono come le persone normali. È solo che hanno dei poteri, delle doti diverse da tutti gli altri…: hanno un dono in più. Anche se potrebbe essere un regalo che avrebbero preferito non avere.”

Lascio a voi giudicare se si tratti di un dono o di un fastidio, di fatto, però, rientra nell’oceano di facoltà che possediamo ma non conosciamo né sappiamo gestire.

Anche lo SLI è parte della nostra Società Multi-sensibile.



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martedì 16 luglio 2013

La lettura dell' Aura


"Sebbene il nostro pacco di carne ed ossa sembri molto convincente, è soltanto una maschera, un'illusione che copre il nostro vero Sè, illimitato" Deepak Chopra

Tutte le forme fisiche, viventi e non, sono tenute insieme e controllate da campi di energia elettromagnetica. Le stesse emanano un "flusso" elettrico che si manifesta in un caratteristico alone di diverso colore che le avvolge, comunemente chiamato "aura".


La lettura dell’aura richiede una fase di apprendimento, il che non vuol dire che debba per forza essere qualcosa di arduo o di complesso. Se lo si include nella nostra vita quotidiana, può diventare un gioco appassionante in cui ogni scoperta consente di camminare un pò di più verso noi stessi.

Duemila anni fa già imparavamo un metodo di studio che, a poco a poco, avrebbe sviluppato in noi questa facoltà latente; all’epoca tutto questo sembrava naturale, e non sapevamo nulla della corsa ai diplomi, al sapere, alle conoscenze che portano le persone ad un livello diverso tra loro, dove il cuore, tuttavia, non ha più molto da dire.
Nelle comunità essene imparavamo che la mente e l’intelletto erano al servizio del cuore; gli insegnamenti ci venivano dispensati in base alle nostre capacità reali, e non secondo le necessità di una società. Sapevamo che ognuno era diverso dall’altro, e non per questo aveva minor valore; potevamo arricchirci reciprocamente con le nostre conoscenze, e gli scambi erano una cosa normale, anche sul piano pratico e materiale.
Persino la nozione di tempo era diversa, e d’altronde, non c’era nulla per cui mettersi a correre! Sapevamo che per compiere bene un lavoro ci voleva tempo, e quel tempo, lungi dall’essere perso, faceva parte integrante del nostro cammino interiore, e quindi della nostra crescita.




“Lo scopo è la vita”, diceva un saggio, e se sottolineo oggi questo pensiero è perchè non si consente più ai fiori di sbocciare secondo il loro ritmo; si vuole subito un risultato, e si dimentica volentieri che la bellezza dello scopo dipenderà essenzialmente dalle qualità sviluppate lungo il percorso per raggiungerlo….

Gli Esseri di Luce con cui in questa vita lavoriamo, ci hanno spesso consigliato, quando eravamo sommersi dal lavoro, (e lo sa il cielo, quanto!), di guardare solo all’essenziale; per me, quel consiglio si è rivelato difficilissimo da mettere in pratica perchè, ad un certo punto della mia vita, tutto mi sembrava essenziale, e ci è voluto parecchio prima di riuscire a fare delle scelte. Oggi, per quello che mi riguarda, queste scelte si fanno sempre più ovvie, ma tutto si impara, e questo genere di discernimento è un eccellente esercizio per chi, come me, è attivo, curioso di tutto e continuamente interpellato nel suo lavoro.

L’apprendimento della lettura dell’aura richiede dunque esercizio. Sia che si desideri diventare un lettore esperto, o che si nutra un semplice interesse per questo fenomeno, esistono molti e divertenti modi per esercitarsi. Prendere il tempo per rilassarsi prima di ogni esercizio è tuttavia indispensabile.


Lo sguardo

Meccanicamente, lo adattiamo subito all’oggetto che stiamo guardando: negli esercizi che seguono, è essenziale dominare questo meccanismo irresistibile. Si tratterà di contemplare senza vedere, guardando lontano, ‘dietro’ al soggetto. In realtà non metteremo lo sguardo a fuoco e i miopi, almeno in un primo tempo, saranno facilitati in questo esercizio togliendosi gli occhiali.

Fissare il cielo uniforme o una lampada per qualche secondo, poi chiudere gli occhi per entrare in uno stato di rilassamento prima di guardare il soggetto può facilitarvi il compito. Anche se non vedete niente, non dimenticate che i progressi verranno gradatamente.

Non guardiamo troppo da vicino il nostro soggetto, e controlliamo che si trovi sempre su uno sfondo uniforme, che si tratti del cielo azzurro o della tappezzeria, poco importa….
Tuttavia è l’occhio del cuore che lavora nella lettura dell’aura: gli occhi fisici saranno sempre e soltanto dei supporti. Una persona completamente aperta può anche avere gli occhi chiusi eppure vedere un’aura, contemplarla; certo non guardarla, certo non analizzarla aridamente. Contemplare senza giudicare, ricevere senza costruire barriere mentali. Allora, a poco a poco, affiorerà la comprensione di ciò che vedrete.
Nel vostro atteggiamento interiore, è essenziale che non cerchiate di vedere ad ogni costo, ma che siate assorti nella sagoma della persona che si trova davanti a voi. Non aspettatevi una visione totale e rapida, perchè sareste delusi; la visione progredirà con il progredire del vostro sviluppo interiore.

Fra le difficoltà che possiamo incontrare, c’è quella della “stabilità dello sguardo”; il debuttante ha sempre tendenza a spostare lo sguardo da una zona del corpo ad un’altra, e questo non consente una visione stabile.

C’è un esercizio che potrebbe aiutarvi: per ottenere una percezione migliore dell’aura vitale o eterica, cercate di fissare lo sguardo all’altezza del terzo chakra, o plesso solare…. mentre posando lo sguardo nel centro del petto, all’altezza del chakra del cuore, vi appariranno più visibili le emanazioni dell’aura astrale.

*Salto la parte che si riferisce alla natura, vi accenno solo due cose….. Anne dice che qualsiasi cosa viva ha un’aura, ci fa l’esempio dei fiori e degli alberi, e ci spiega come riuscire a vedere anche le loro auree. Suggerisce di osservarli con uno sfondo del cielo azzurro, lei afferma che si vedano effettivamente le loro auree, e addirittura si potrà vedere se la pianta crescerà ancora in base alla sagoma dell’aura. Dice anche che vicino un gruppo di alberi c’è sempre un albero “maestro”, quello che emanerebbe un’aura più forte degl’altri. Anche questi argomenti possono essere interessanti, consiglio di leggervi il libro.



Noi stessi

Anche stando soli con noi stessi, possiamo scoprire una vasta gamma di esercizi pratici.
- Alzate una mano con le dita allargate verso il cielo azzurro o un muro bianco. L’importante è che lo sfondo sia uniforme. Ora guardate in direzione della mano ma senza mettere a fuoco lo sguardo, come se voleste vedere molto al di là di essa. A questo punto, vi apparirà solo un vago contorno.

Lasciatevi assorbire in questa immagine per qualche secondo, poi ricominciate daccapo, per un tempo un poco più lungo. Dopo un pò, percepirete un’alone sottile, analogo al fumo della sigaretta ma opalescente, che avvolge le dita come un guanto: questo esercizio vi consentirà di abituarvi a vedere il corpo eterico rapidamente.
- Il secondo esercizio che vi propongo ci veniva insegnato due mila anni fa, ma mi sembra ancora molto attuale. Mettetevi sotto una fonte di luce, con il volto verso di essa, ad occhi chiusi. Percepirete una nebbia luminosa, gialla o bianca. E ora, sempre a occhi chiusi, cercate di guardare al di là, senza sforzo.

Fissate mentalmente la radice del naso fra gli occhi, o un poco più sopra, come desiderate. Poi, a poco a poco, abbassate il volto in modo che sia in posizione orizzontale…. Potrete allora, forse veder sfilare tutti i colori dell’arcobaleno, puntini azzurri, nastri colorati, insomma una moltitudine di manifestazioni.
Questa pratica in realtà è volta a stimolare il “terzo occhio”, e a poco a poco dovrebbe sorgere, nel centro del campo visivo, un punto di colore blu profondo.
Non dimenticate però che questo esercizio non va ripetuto per più di due volte a settimana e non deve durare più di pochi minuti. Se ne abusate, non soltanto non vedrete più niente, ma stancherete soltanto lo sguardo sottile e fisico. A questo punto sorgerebbe un blocco che non vi consentirebbe di procedere oltre.
- Potete anche svolgere quest’altro esercizio, quando non avete un soggetto di studio disponibile per voi stessi. Fissate dunque lo sguardo al di là delle dita, come nel primo di questi esercizi. Scegliete uno sfondo uniforme per non distrarre lo sguardo e perchè possa rimanere vago. Quando le dita vi sembreranno un pò sfocate, allontanate lentamente le mani l’una dall’altra: una nebbiolina lieve come un fumo grigio-azzurro apparirà ai vostri occhi fra le estremità delle dita.


Il significato dei colori

L’interpretazione dei colori è il punto più delicato nell’apprendimento delle aure. Se la lettura è ben fatta può essere molto utile ma, come ogni strumento di precisione, è un coltello a doppia lama una sfuggita può far mal interpretare la lettura.
I colori sono soprattutto visibili sull’aura astrale, e se si vede un certo tipo di rosso su una persona in collera, questo non determina affatto il suo futuro. E’ un colore che può benissimo scomparire quando la collera si sarà calmata. Esistono, invece, colori di base che cambiano soltanto con il trascorrere degli anni e con il progredire dell’evoluzione interiore; sono colori più stabili, che permeano l’aura nel suo insieme; sono questi i colori che determineranno le tendenze e le attitudini, i difetti principali e le buone qualità innate di colui che abbiamo di fronte. I colori possono dunque riflettere stati d’animo temporanei, oppure ancorati profondamente in noi.
Eccovi una tabella che dovrebbe consentirvi di capire meglio:








I colori percepiti durante una lettura dell’aura non sono quelli dei raggi di cui abbiamo appena parlato; di solito vediamo colori prodotti dalle nostre sensazioni, dai nostri pensieri, dalle nostre emozioni, ed è di questi che ci occuperemo. Anche quì, l’interpretazione dei colori non può essere rigida, perchè ogni colore comporta un numero incalcolabile di sfumature, che sono altrettanti segnali da non trascurare.
In questa sede non mi è possibile descrivervi il significato di ogni sfumatura, e mi dispiace; vedremo però i colori più comuni e i loro principali significati.


I colori

I colori sono la caratteristica tipica dell’aura astrale. A parte la tinta di base che è propria di ogni radianza emotiva e suggerisce il temperamento iniziale dell’individuo, questi colori sono in costante mutamento e circolano su tutta la superficie di questo guscio aurico………….


ROSSO
Fra tutti i colori, il rosso è certamente quello che più si presta a interpretazioni errate.
In senso generale, un rosso vivo è segno di dinamismo. Spesso lo troviamo suddiviso in zone vaporose o in larghe strisce intorno alla testa. Questo dinamismo di carattere non va confuso con il dinamismo legato alla forza fisica, che si manifesta con gli stessi colori in fasci regolari che si dipartono dagli arti e dalla vita.
Il rosso vivo acquisisce un’altro senso quando predomina nell’insieme dell’aura astrale, sotto forma di nubi che avvolgono tutto il corpo: sarà allora segno di una personalità tanto esuberante e spossante, di fatto incapace di canalizzare la propria energia; una personalità che potrebbe risultare indisponente per chi la circonda, a causa dei suoi sbalzi di umore, soprattutto se la tinta presenta delle fasce diseguali nella regione cranica. A volte, verso l’esterno del guscio emozionale, si formano miriadi di piccole scintille di un rosso vermiglio intenso. Questo è un segno di ansia; lo stesso fenomeno in una tonalità molto più rosea, meno intensa, indicherà nervosismo.
Il rosso carminio, sempre vivace ma più scuro del primo rosso di cui abbiamo parlato, rivela capacità di comando: ancora latenti se si presenta come una nebbiolina nella parte superiore del corpo, e già un atto se ha assunto la forma di veri e propri raggi luminosi. Se è sovrabbondante
nell’aura astrale, molto probabilmente indica un abuso di autorità, che diventa dispotismo quando a questo colore si mescolano lievi tracce grigio antracite.
Un rosso molto scuro situato essenzialmente sulla fronte e da ogni lato della nuca evidenzia, in tutti i casi, la collera… fino a pulsioni violente quando ad esso si aggiunge lo stesso grigio di prima. E’ davvero notevole come la radianza eterica stessa possa venirne influenzata, talvolta affievolita, in una zona precisa del corpo; quindi, uno scoppio di collera può creare una vera breccia nell’eterico e di conseguenza una fuga di energia che può determinare un disturbo fisico.
La presenza di un rosso mattone o rugginoso nella radianza astrale si manifesta solo negli egoisti; talvolta, quando questo tratto del carattere è profondamente radicato, si riscontra un’analoga luce nella zona mentale.
Il rosso scuro può denotare grande sensualità.
Un rosso sfumato di nero segnala tendenza all’orgoglio, all’avarizia.
Un’attenzione particolare va riservata a un rosso profondamente brunastro. Questo, presente su un organo o su una parte del corpo, rivela la formazione di una cancro. Giacchè sappiamo che una malattia appare sui piani sottili dell’essere prima di concretizzarsi sul suo organismo fisico, è essenziale individuare con precisione il livello di manifestazione della macchia. E’ precisamente a questo punto che l’azione preventiva della lettura dell’aura può rivelarsi decisiva; con la pratica ci si accorgerà se vi sono cancri originati ad esempio sul piano mentale, per cui l’aura di questo corpo presenterà una radianza rosso-brunastra in una zona determinata. Supponendo che sia la zona del fegato, o per meglio dire la zona della sua controparte energetica, giacchè non esiste alcun fegato mentale, la radianza rosso-blunastra, con il trascorrere dei mesi o degli anni, scenderà fino all’aura vitale, e poi nel corpo fisico. Il processo può essere interrotto se interviene un mutamento nell’atteggiamento interiore a frenare la corsa. Lo schema è analogo per quasi tutte le malattie.
Se il rosso è accompagnato da strisce verdi, un rosso vivo mette in evidenza il desiderio di contatti costruttivi con gli altri e la volontà di andare dritti allo scopo, senza deviare. Il rosso tenue, vicino al rosa, se mescolato a “fiocchi” giallo chiaro, indica il bisogno di attrarre l’attenzione su di sè e di piacere.
Sebbene l’insieme delle osservazioni sulle sfumature del rosso lasci un’impressione generale piuttosto negativa, non bisogna trarne la conclusione che, in un’aura, il rosso vada “cambiato”.
Se ben diretto e purificato, il dinamismo veicolato da questa vibrazione sarà indispensabile per una persona equilibrata.




BLU
Ecco un colore che, immediatamente, evoca molto più la quiete che non il precedente.
L’azzurro cielo, quando è vivido, indica sempre una grande onestà, un temperamento gradevole, una grande sincerità. E’ il colore dell’idealismo, della devozione incline alla spiritualità. E’ particolarmente manifesto quando costituisce la tinta di base di un’aura astrale, o perlomeno quando ne occupa la parte superiore. Un essere che irradia questa tinta abbondantemente è solitamente sensibile ai problemi di natura metafisica. Più questo azzurro è elettrico, più le sue qualità traspariscono nella vita quotidiana. Se invece diventa azzurro pallido, sarà un segno di interiorizzazione eccessiva, addirittura di timidezza. Se poi diventa ancora più tenue, lasciando un’impressione di “metallizzato”, indica una grande influenzabilità. Un azzurro di questo genere, presente solo in zone ristrette dell’aura, sottolinea l’indecisione. Un bel blu lavanda, invece, indicherà sempre una certa inclinazione per la meditazione e la preghiera e, se accompagnato da un rosa vivido, indicherà che la persona eccede nell’essere pia. Se disseminato di macchie giallo opaco, sarà segno di una persona pudibonda. I tipi volitivi emanano una bella quantità di blu scuro nel loro guscio astrale: sono lavoratori che desiderano progredire. E’ raro che questa sfumatura sia presente nella totalità dell’aura: appare più facilmente nella parte superiore del corpo, soprattutto in prossimità del settimo chakra. Un blu di questo genere, se è davvero scuro e frammisto a un rosso carminio, rivela un’ostinazione che rasenta la testardaggine. Più quel rosso sarà elettrico e strettamente mescolato al blu scuro, meno scrupoli avrà la persona che lo emette.
La presenza di grigio a zone nella regione del capo e delle spalle lascia trasparire, con qualsiasi blu, lo scoraggiamento e uno stato d’animo pessimista, tristezza e tetraggine.
Quando una persona tende alla diffidenza, quel grigio si trasformerà in un ocra giallo opaco.




GIALLO
Cominciamo con la più bella manifestazione di questo colore: il giallo zafferano. La sua presenza, quando è molto sviluppata, di solito non si limita al guscio astrale, ma inonda quasi tutti i corpi; rivela sempre una spiritualità molto elevata. Non si tratta di una spiritualità per così dire eterea, ma di un ideale luminoso che trova il suo equilibrio e la sua realizzazione completa nel bel mezzo del tumulto mondano. Il giallo zafferano è tipico di coloro che, avendo autenticamente integrato le conoscenze spirituali, le emanano sotto forma di saggezza.
Il giallo limone ha invece un significato molto diverso: rivela sempre la predominanza della ragione, quando occupa in particolare l’aura emozionale, ed una fortissima attività intellettuale se permea con forza la radianza mentale. Più questo giallo è acido, più rivela l’importanza dell’attività cerebrale, al punto che può dar nascita a idee fisse se è macchiato di rosso opaco.
Un giallo slavato nell’aura estrale indicherà una volontà zoppicante, che può portare al lassismo.
Denota anche una certa forma di indecisione per insufficiente fiducia in se stessi.
Quando ad esso si mescolano fiamme di color ruggine, è segno di eccessivo opportunismo, talvolta di viltà.
Sporcato da masse marrone chiaro e verde kaki, quel giallo opaco rivela uno stato d’animo imperniato sul materialismo. Più aumenta la presenza del verde kaki nell’aura astrale, più sono basse le preoccupazioni e maggiore è l’egoismo. Se questo giallo è percorso da striature grigio antracite e ruggine, chi lo emette sarà, ahimè, poco degno di fiducia; si tratterà di una persona poco volubile e la sua apparente diplomazia potrà nascondere la tendenza alla menzogna.
Per concludere vi sarà facile notare che ogni aura presenta, in generale, nella zona della testa, una nube luminosa color giallo medio; questa è semplicemente la manifestazione dell’attività cerebrale. Un esperimento davvero curioso consiste nel poter contemplare l’aura di qualcuno che è assorto nella preparazione di un esame: si constaterà allora che quella nube gialla ha assunto proporzioni straordinarie, ed è alquanto ravvivata da piccole scintille bianche o giallo vivo che scoppiettano da tutte le parti. Si tratta in tal caso di una superattività dell’aura mentale che, “gonfiata” in tal modo, può rendere difficile la lettura delle altre aure. Sulla sua superficie si concretizzano le varie forme che l pensiero assume.




VERDE
Un verde dichiarato e vivace è un colore che si legge sempre più frequentemente in coloro che, dopo aver intrapreso un chiaro cammino spirituale interiore, si sono aperti agli altri. Dal punto di vista generale, un bel verde mela è segno del darsi agli altri, un dono che ovviamente assume le più varie forme; può essere attraverso la pratica della medicina o di professioni paramediche, oppure con l’insegnamento. Lo stesso verde, se frammisto a grandi zone azzurro cielo, indica il bisogno di autenticità, una sincera ricerca di bellezza,
Bisognerà imparare a prestare grande attenzione alla presenza di un verde elettrico lungo le braccia e alle estremità delle dita: questo particolare indica infatti una predisposizione naturale alla pranoterapia e a tutte le cure che implicano l’imposizione delle mani. Le mani eteriche o astrali verdi sono infatti mani purificatrici e rienergizzanti. L’espressione “avere il pollice verde”
usata nel giardinaggio ha davvero un senso!
Se è cosparso di azzurro molto vivace, quello stesso verde rivelerà il coraggio, fino al sacrificio di sè se l’azzurro ha tonalità decisamente elettriche.
Quando il verde si manifesta in radianze smeraldine, saremo davanti a qualcuno con grandi capacità terapeutiche, sia nei confronti del corpo fisico come nel campo dell’anima. Si tratterà realmente di un medico nel senso più nobile del termine, il che vuol dire che è contemporaneamente anche un pò sacerdote, perchè agirà con la nozione di sacro ben impressa dentro di sè.
La sua medicina sarà dunque anche la medicina dell’anima, e potrà al limite manifestarsi anche soltanto con il Verbo quale balsamo riparatore.
Di tutt’altro registro è il verde pallido mescolato al giallo slavato e al color ruggine, che indica tendenza all’ipocrisia e all’inganno.
Se percorso da strisce luminose di un rosso medio, il verde tenero rifletterà l’equilibrio della personalità, il senso di responsabilità e il gusto per l’azione: quando un simile matrimonio di colori viene a costruire l’aura di base, avremo una persona la cui vita è delicata interamente ad una causa.
Un verde tiglio, da solo, segnalerà invece assenza di dinamismo e una lieve tendenza alla tetraggine.




VIOLA
In questa nostra umanità, è ben raro incontrare il viola; questo accade soltanto quando ci troviamo davanti a persone autenticamente sviluppate sul piano spirituale. Quando è un viola vivace e occupa la maggior parte dell’aura, costituendone dunque la base, sarà un segno luminoso di misticismo, la cui forza andrà ben oltre le contingenze quotidiane. Il suo significato è molto vicino a quello del color zafferano, ma indica particolarmente l’inclinazione alla meditazione e alla preghiera, e allontanamento dalle cose del mondo. Nella stragrande maggioranza dei casi, questo viola vivido si irradia solo quì e là, e con fasci ben delimitati: in tal caso indicherà soltanto l’aspetto più o meno segreto di una personalità che evidentemente non si riassume nel solo misticismo. Se è molto intenso e disseminato di giallo, il viola suggerisce una forma di “intellettualismo spirituale” ; se entrambe le tinte sono particolarmente elettriche, denotano un profondo interesse per l’occultismo.
Il viola pallido e il color malva rivelano semplicemente un interesse per le questioni religiose o, più generalmente, metafisiche; frammisto all’azzurro, il viola-malva segnala una vera ricerca di purezza ed è anche indice di un carattere affidabile. Se la trasparenza del color malva è sporcata da sfumature grigiastre, la ricerca dell’ideale sarà ostacolata da un’influenzabilità eccessiva.
Più sarà estesa la sfumatura grigiastra, più la persona andrà incontro a delusioni profonde per eccessivo candore e ingenuità. Un viola medio, grigiastro, percorso da sfumature rosa si presenta nell’aura astrale di chi mette in mostra una falsa devozione, non chè in coloro la cui capacità di attrazione sono limitate a ciò che può procurare un certo profitto, in un modo o in un altro.




ARANCIONE
Questo colore rivela sempre una forte attività e una buona salute. Lo si trova sia nell’insieme dell’aura (e a questo punto indica la pratica costante della generosità) sia semplicemente vicino alla superficie di un arto che ha appena compiuto, dinamicamente e senza sforzi spossanti, un’azione fisica.
Più generalmente, l’arancione è il colore della buona volontà attiva e della lealtà; è segno di una “spiritualità concreta” nel quotidiano e di una personalità forte. Ma basta un pò di giallo pallido e lievemente “sporco” aggiunto all’arancione, ed ecco che la generosità sarà un pò calcolata, non del tutto disinteressata.
Se questo giallo assume forti sfumature ocra e ruggine, e si sviluppa qui e là nel mezzo dell’arancione, probabilmente bisognerà fare attenzione a una certa pigrizia. Infine, quando in un contesto arancione si presenta un verde bottiglia molto scuro, indica uno stato d’animo rancoroso e senza delicatezza a cui si aggiungono orgoglio, ambizione ed egoismo.




ROSA
La presenza nella radianza emozionale è sempre segno di una mancanza di maturità e anche di un bisogno quasi vitale di giocare. E’ quindi un colore che, ovviamente, troviamo in abbondanza nel guscio aurico dei bambini e degli adolescenti.
Durante un pranzo conviviale, o anche soltanto nel corso di una conversazione divertente, piena di battute, i gusci astrali emettono generalmente con gran forza questo colore, sotto forma di onde molto nette. Se poi le battute diventano frecciate, queste onde emetteranno lampi di una rosa molto rossastro.
Se il rosa si mescola molto strettamente con il giallo acidulo, ci sarà certamente da aspettarsi delle manifestazioni di grande egoismo.
Se, invece, il rosa è striato di grigio elettrico con riflessi blu molto freddi, vi trovate davanti ad una persona che ha un’intensa paura. Se questi riflessi inondano tutta la sua aura astrale e sono frammisti a fiammelle rosso opaco, questo indicherà che si tratta di un timore patologico, o perlomeno di un’ansia profonda che spesso produrrà irritabilità e disturbi del sonno. Il color rosa può anche esprimere un’indole raffinata, semplicità, desiderio di solitudine ma anche amicizia e amore fisico.
Proprio come per il rosso, non bisogna dedurne che il rosa sia un colore da rifuggire; se la sua vibrazione e schematicamente indice di immaturità, è anche vero che appare episodicamente perchè suscitato dall’allegria; e l’allegria, non è forse un elemento indispensabile alla vita, uno stato d’animo da coltivare?




GRIGIO
Nell’insieme del guscio aurico questo colore generalmente va ad aggiungersi ad altri. Quando si presenta con un velo su un altro colore, rendendolo meno limpido, ne smorza le caratteristiche.
Globalmente parlando, il grigio è il segno lasciato su un organismo dalla stanchezza, dalla malattia o dalla delusione.
Va da sè che può toccare anche soltanto una parte determinata delle forze dell’aura, e stazionare solo nei pressi di un organo.
Tuttavia, una grande tristezza lascerà espandersi una sorta di corrente grigiastra nelle prime tre aure; bisognerà saper distinguere il comparire di ulteriori strisce grigio scuro nel mezzo di questa luce, già di per sè opaca, perchè saranno il segno dell’inizio di una depressione nervosa se questo colore tenderà a persistere abbastanza a lungo nel guscio aurico. La presenza di grigio, in generale, è del tutto passeggera quando si tratta di una semplice stanchezza o di una delusione.




NERO
Il nero non è di per sè un vero e proprio colore, e la sua presenza, fortunatamente, è solo un fatto episodico in un’aura, se non altro nella maggior parte degli esseri umani. Evidentemente sta a indicare un principio di “non luce”, come una violentissima collera o una manifestazione di odio. Sono rare le persone che veicolano masse nere in permanenza nel loro essere sottile; in tal caso, portano dentro di se un’energia distruttiva che spesso si trasforma in autodistruzione, vuoi sotto forma psichica, vuoi con certi tipi di malattie.
Nelle persone più oscure, la zona nera è spesso striata di lampi rossi.




BIANCO
Questa radianza è anch’essa al di fuori della gamma dei colori, e riassume in sè tutti gli aspetti luminosi. La manifestazione del bianco delle sfumature cristalline è dunque sempre segno di grande purezza. Non mi riferisco al bianco lattescente, “pesante”, che rivela invece una mancanza di sicurezza, una persona in cerca di se stessa, ma mi riferisco al bianco che fa pensare alla Luce nella sua essenza prima. La costante elevazione dei pensieri e l’espansione dell’amore sia come radianza sia come azioni sono certamente le uniche forze capaci di infondere questo bianco puro nell’essere sottile. Quando ad esso si accompagnano riflessi dorati, possiamo parlare di “luce cristica”. Una denominazione che, a nostro avviso, ha senso soltanto se prendiamo il termine “cristico” nel suo significato universale, ovvero se accettiamo di vedere il suo principio supremo in tutte le manifestazioni della ricerca del Divino.
Per riassumere, è bene sottolineare il fatto che non esistono di per sè colori negativi, proprio come non ci sono segni astrologici negativi. Allo stato puro, un colore è un raggio attraverso il quale possono svilupparsi mille qualità, mille modi di servire la Vita. Se ben compresa, la tavolozza dei colori di un individuo ne dà la fotografia esatta, fisica e psichica.
Obbligatoriamente, il nostro tentativo di analizzare con la massima cura le tinte principali dell’aura umana ci ha costretti a tratteggiare anche caratteri a volte poco gradevoli. Ma queste interpretazioni non vanno fraintese: ripetiamo che non si tratta di informazioni con le quali ci si può permettere di giudicare colui che abbiamo di fronte a noi. Il lettore dell’aura non dovrà mai farsi coinvolgere nella lettura, e nè la sua mente nè il suo ego devono intervenire. La sua posizione non sarà mai di colui che “sa” e “giudica”: la sua natura sarà di amare, comprendere, e cercare di aiutare. In realtà, c’è una cosa che il lettore di aure non può permettersi di dimenticare: riceverà quando darà……


(Tratto dal libro di Anne Givaudan – Antiche Terapie Essene e Lettura dell’Aura)



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lunedì 15 luglio 2013

Vedere e percepire L'Energia PRANA




Conforme agli vecchi testi hindu e buddhisti, intorno a noi esiste una forma di energia sottile chiamata ''Prana'', che sta allimentando il nostro corpo ennergetico (aura), proprio comme il cibo allimenta il corpo fisico e gli assicura il buon funzionamento.




Il seguente esperimento sara fatto all aria aperta, preferibilmente in un giorno con molto sole.

Siedetevi comodamente, rilasattevi, e tenete gli occhi chiusi per 5-10 min. Prestate attenzione a non addormentarvi. Dopo cca.10 min. aprite piano-piano gli occhi e fisate con lo sguardo un qualsiasi punto sul cielo. Dopo altre 10-20 sec. potrete cominciare a vedere tanti punti luminosi che si muovono apparentemente caotico. Piu guardate, piu il numero di punti crescera. Questa e la energia chiamata ''Prana''.

Per quanto possa sembrare ‘esoterica’ e ‘misteriosa’, la percezione del prana, in realtà, già fa parte del nostro vissuto quotidiano; il problema della sua chiara percettibilità sussiste solamente perché, in genere, siamo poco attenti al nostro ‘spazio interiore’: questo è il motivo per cui il flusso di quella energia rimane ad un livello inferiore ( anche se , come si vedrà ‘di poco’) alla soglia della nostra ordinaria coscienza di veglia.




Il prana in realtà è dappertutto, è il Corpo Vivente dell’Universo.
Il prana è energia e tutto nell’Universo è energia, persino la Materia.
L’uomo lo assimila col cibo e con la respirazione a livello somatico, con le emozioni ( fatte di energie più sottili) a livello di vita affettiva, con i pensieri a livello di attività intellettuale, con le forze ispiratrici a livello spirituale.

Giacché esistono diversi livelli e modalità cioè diverse ‘qualità’del prana noi ci nutriamo di esso secondo i diversi livelli della nostra struttura ontologica.
A livello fisiologico, cioè a quel livello che più è prossimo alla nostra esperienza ordinaria, la percezione è naturalmente più facile e tra tutti diffusa, ed è per questo che le nostre successive osservazioni si riferiranno per lo più a quell’ambito.

In realtà l’energia, per sua stessa natura, tende a esteriorizzarsi e induce gioia e piacere in colui che l’asseconda.
Se canalizziamo l’energia della nostra anima e la rendiamo ‘espressiva’, la esteriorizziamo il nostro tono umorale s‘innalza, possiamo persino provare la ‘pura gioia di vivere’, cioè una felice condizione dello spirito che può essere anche ‘oggettivamente’ immotivata. Condizione questa poco frequente e forse per molti persino poco comprensibile, visto che se si è felici, in genere, lo si è per qualcosa; non appartiene ordinariamente alla nostra esistenza una gioia connessa al fatto del puro esistere.

E’ questa una condizione ideale, divina: non a caso l’Essere Supremo in India è chiamato Saccidananda , cioè l’Essere in cui l’Esistenza (Sat), la Coscienza (Chit) e la Beatitudine (Ananda) coincidono.

L’energia si avverte più nettamente quando si pratica il digiuno, ciò sembra accadere per una sorta di meccanismo di compensazione per il quale assumendo meno cibo, l’organismo cerca di acquisirne di più per via sottile. E’ ben nota la percezione di un positivo flusso di forze nell’intero organismo quando, rompendo un digiuno, assumiamo del cibo; si noti come, quando ciò avviene – significativamente- proprio in quel preciso momento, si modifica il respiro che diventa più ‘vivo’, intenso e piacevole.

L’energia si percepisce purtroppo, anche in quelle circostanze negative in cui siamo vittime di un collasso, stiamo per svenire, sentiamo che le ‘forze’ vengono meno’: in tali momenti il corpo cerca di aumentare la quantità d’energia repentinamente attraverso una modifica del ritmo respiratorio.

La percepiamo come brivido (l’origine del termine è onomatopeica…) quando proviamo una intensa emozione (paura, piacere estetico, sentimento amoroso etc.). Esso spesso scorre lungo la schiena (il che ha un preciso significato esoterico) e si diffonde attraverso le braccia ( di cui è proverbiale la conseguenza del far rizzare i peli) e le mani.

L’energia cresce, si accumula nel corpo con il riposo, la solitudine, la limitazione dell’attività fisica, il contatto con la natura: è il prana che hanno cercato gli eremiti di tutti i tempi per indurne l’estasi.
Tuttavia essi spesso hanno incrementato quella energia senza essere sostenuti e guidati da una chiara razionalità, da un costante autocontrollo e da alte motivazioni morali. Per questo hanno molte volte manifestato forme di fanatismo ascetico (attraverso le quali hanno cercato- più o meno consciamente- di percepire più distintamente quella forza transfisica) e sono caduti in forme di visionarismo allucinatorio.

Il prana è l’effluvio, che tradizionalmente i chiaroveggenti, anche qui di tutte le culture, dicono di veder uscire dai corpi degli esseri viventi come alone luminoso (l’aura del corpo astrale).


E’ il ‘magnetismo animale’, il fluido con cui il celebre medico austriaco Mesmer (1734-1815) sosteneva di poter guarire molte malattie e induceva l’ipnosi: quest’ultima poi, confinata nella ‘magia nera’ per lungo tempo, è stata invece fondamentale nella nascita della psicanalisi freudiana, costruita com’è noto sulle ricerche in quel campo di Charcot e Breuer.

L’energia – anche qui la tradizione è concorde- tende ad uscire dalle estremità; uscendo dalle mani è stata utilizzata sin dalla più remota antichità per guarire (pranoterapia). Il gesto dell’imporre le mani sulla parte malata e dolorante ( l’atto taumaturgico più consueto presso tutti i popoli) è così istintivo che ciascuno di noi lo esegue ‘automaticamente’ senza percepirne l’intima ragione; spesso poi esprimiamo il nostro affetto con una carezza anche in questo caso non solo per ‘mostrare’ il sentimento ma anche per veicolarlo, per trasmetterlo come energia.

Il prana esce anche dagli occhi che per questo sono indicati come ‘lo specchio dell’anima’, rivelatori della nostra energia-coscienza. Anche quest’altra modalità fenomenologia dell’energia è ‘fissata’ e ‘codificata’ nella lingua di tutti i popoli.


La medicina orientale è stata, in effetti, da sempre fondata sul presupposto che le malattie somatiche sono ‘conseguenze’ (più propriamente si dovrebbe dire ‘il precipitato’) di squilibri energetici presenti nel corpo sottile.
In quest’ottica ‘olistica’ si spiega,ad esempio, l’agopuntura cinese secondo cui l’energia (qi) ha due polarità (yin e yang) che, se ben equilibrate, determinano la salute fisica. A tal fine però è necessario che il qi circoli correttamente nell’organismo attraverso delle ‘linee di forza’ che vengono definite i ‘meridiani’,Ching, ( le nadi del corpo sottile nella tradizione induista). Il qi scorre essenzialmente attraverso 14 meridiani principali a cui la medicina classica faceva corrispondere 365 punti di agopuntura sulla superficie del corpo; la stimolazione di tali punti attraverso la penetrazione di alcuni aghi si ritiene che favorisca il fisiologico accumularsi e scorrere del fluido vitale.


Anche i massaggi sono stati usati in Oriente, sin dalla più remota antichità per la regolazione del flusso d’energia: si pensi allo shiatsu ( che letteralmente significa : ‘pressione delle dita’), una delle arti terapeutiche tradizionali giapponesi, il cui dichiarato scopo è di equilibrare il flusso energetico individuale (in giapponese ki ) e dare vigore agli organi vitali per mantenere benessere e vitalità. Anche nello shiatsu la malattia nasce da uno squilibrio interno e sottile delle energie, sia quando sono in difetto (kyo) sia quando sono in eccesso (jitsu).


Altro concetto tradizionale è che il sangue sia veicolo del prana ( ciò ha indotto alcune tradizioni anche religiose a prendere alla lettera il motto secondo cui ‘l’anima è nel sangue’). In effetti c’è una qualche connessione tra energia vitale, emozioni e sangue: la si può sperimentare quando arrossiamo per vergogna, timidezza, senso di colpa, oppure quando il sangue ci ‘sale alla testa’ per la rabbia o si accelera il battito cardiaco per un forte moto affettivo. Uno stress psichico prolungato può far alzare la pressione arteriosa…A volte il moto sanguigno sembra quasi arrestarsi come quando per la paura impallidiamo. In tutti questi casi, come in altri, è evidente la connessione tra gli stati d’animo e quella parte di energia emozionale che si veicola col sangue nel nostro organismo.


Nel nostro comune linguaggio, in effetti, il controllo delle emozioni è possibile solo se si sa mantenere abitualmente ‘il sangue freddo’, e quando ci si ‘gela il sangue nelle vene’ è segno che siamo sbigottiti per lo spavento; quando non abbiamo buoni rapporti con qualcuno diciamo che ‘non corre buon sangue’; quando proviamo sdegno sentiamo ‘rimescolarsi il sangue nelle vene’.


Altra prova di una antica percezione del prana è data dall’iconografia sia orientale che occidentale. Esso è rappresentato in genere da una aureola (piccola aura-aria) che contorna il capo dell’illuminato, del saggio, del santo. Il termine viene dal tardo latino aureola(m) riferito al sottinteso sostantivo corona(m) e stava quindi ad indicare una corona d’oro, un cerchio splendente posto intorno al capo. Una funzione analoga aveva il termine nimbum con cui s’ indicava appunto quella nube luminosa (nimbo/nembo) che veniva collocata attorno alla testa di un dio o di un santo. A volte quell’energia spirituale viene rappresentata nell’iconografia da una più grande aura, correlata a figure di una maggiore dignità di cui avvolge completamente il corpo ( nel mondo cristiano, ad esempio, diventa la mandorla mistica di Gesù o della Madonna).
Il termine aura (soffio, respiro) del resto lo usiamo spesso nel linguaggio comune proprio per indicare un’ atmosfera ‘psichica’ ( quando, ad esempio, diciamo che in un ambiente c’è, si respira un’ aura di pace) o quando ci riferiamo ad un’atmosfera suggestiva che emana da un’opera d’arte.




Ma soprattutto l’energia compenetra e vivifica la Natura intera: gli artisti hanno sempre trovato nella ‘percezione sottile’ di essa, considerata come ‘realtà vivente’, una fonte costante d’ispirazione; ed è lo stesso tipo di percezione sottile dei luoghi naturali che orientava gli antichi a vedere dovunque la presenza di dei, le cui forme variavano col variare dei riferimenti simbolici delle varie culture ( si pensi alla diffusione universale dell’animismo, alle dottrine panpsichiste o ilozoiste della stessa filosofia presocratica, di quella platonica e neoplatonica, alle tradizioni ermetiche, alchemiche etc.).




Nella pratica dello sviluppo della percezione sottile percepire l’energia significa comprendere/sentire quando essa è in eccesso (per cui bisogna scaricarla) e quando è in difetto ( per cui bisogna accumularla). Uno degli effetti dell’esercizio della consapevolezza del respiro è quello appunto di sviluppare una diversa percezione di se stessi: ci si sente sempre più come energia, come un centro di energia. Tale realizzazione consente di avvertire distintamente e precocemente, ad esempio, un incipiente strutturarsi nel corpo di uno stato di nervosismo avvertito come un eccesso di energia accumulata, energia che tenderà naturalmente a scaricarsi, come, ad esempio, con il movimento costante delle gambe o delle mani: si pensi agli atleti che istintivamente prima della gara scuotono mani e piedi per mantenere ad un giusto livello l’energia nervosa che li predispone alla prova.




Lo stato di nervosismo si traduce com’è noto, in una condizione d’irritabilità che può indurre facilmente ad esplosioni ‘energetiche’ di rabbia, rancore, risentimento, aggressività etc. Al contrario -e simmetricamente- una condizione di esaurimento nervoso (legata quasi sempre ad un affaticamento troppo protratto) indica la necessità di reintegrare l’energia attraverso, ad esempio, una condizione di riposo prolungato o una migliore nutrizione.




Lo stesso stress (termine che in inglese indica propriamente lo ‘sforzo’, la ‘spinta’) non è altro che una reazione nervosa ad una serie d’impulsi i quali determinano uno stato di tensione che si può cronicizzare sino a diventare patologico, o quantomeno predisponente alle più varie patologie. Ciò accade proprio perché esso va ad alterare l’equilibrio della bioenergia fondato sulla fisiologica alternanza di uno stato di tensione con uno opposto di distensione.




Che anche la depressione sia un fenomeno che, pur se riconducibile alle più diverse cause, si manifesta comunque in termini energetici fisici e psichici lo si capisce dal fatto che essa è nello stesso linguaggio comune sinonimo di ‘poca energia’ e dunque prostrazione, avvilimento, abbattimento.

E’ comunque difficile iniziare la seduta di meditazione con un sovraccarico di energia nel corpo, giacché il suo eccesso causa una condizione di fastidioso nervosismo che rende difficilmente sopportabile la condizione di immobilità che di per sé tende proprio ad accumulare energia.
L’ideale sarebbe sublimare tale energia in eccesso sul piano organico orientandola verso i chakra superiori per trasformarla in forza spirituale capace di determinare stati illuminativi (è questa in effetti la vera funzione della meditazione! ) ma è un’arte difficile che si apprende progressivamente.


Agli inizi della pratica sarà pertanto necessario seguire la via più facile dello scaricare prima della seduta meditativa vera e propria l’energia in eccesso attraverso un’attività fisica appropriata.




Questo articolo può essere condiviso e divulgato rispettando il lavoro svolto citando la fonte dello stesso Blog e le relative fonti esterne citate dallo stesso.
Diario di una ragazza indaco di Michela Marini © COPYRIGHt 


mercoledì 3 luglio 2013

I profumi Soprannaturali




Sarà capitato a molti di noi di percepire odori particolari di cui non si capiva la provenienza: questo fenomeno viene spesso associato all’ osmogenesi.
Viene così definito il carisma posseduto da alcuni Santi che in alcune circostanze consentiva loro di far percepire a distanza o a chi gli stava vicino, profumi particolari definiti odori di santità.Questo fenomeno è spesso collegato a Padre Pio, il profumo emanava dalla sua persona, dagli oggetti che toccava e dai suoi indumenti mentre a volte era percepibile nei luoghi in cui passava.
A volte il percepire un dato odore indica una capacità intuitiva,anche se gusto e l’olfatto sono sottoutilizzati dai più, è possibile che alcuni abbiano affinato queste capacità a livello intuitivo così come si utilizzano il senso della vista(chiaroveggenza)e dell’udito (chiaroudienza).




E’ sempre difficile dare un’ interpretazione a questi episodi, molte volte essi sono segnali di persone scomparse che ci stanno a fianco oppure presenze positive o negative.
Se percepiamo un odore collegato a una persona cara che non c è più ne indica la sua vicinanza spirituale.


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