mercoledì 3 luglio 2013

I profumi Soprannaturali




Sarà capitato a molti di noi di percepire odori particolari di cui non si capiva la provenienza: questo fenomeno viene spesso associato all’ osmogenesi.
Viene così definito il carisma posseduto da alcuni Santi che in alcune circostanze consentiva loro di far percepire a distanza o a chi gli stava vicino, profumi particolari definiti odori di santità.Questo fenomeno è spesso collegato a Padre Pio, il profumo emanava dalla sua persona, dagli oggetti che toccava e dai suoi indumenti mentre a volte era percepibile nei luoghi in cui passava.
A volte il percepire un dato odore indica una capacità intuitiva,anche se gusto e l’olfatto sono sottoutilizzati dai più, è possibile che alcuni abbiano affinato queste capacità a livello intuitivo così come si utilizzano il senso della vista(chiaroveggenza)e dell’udito (chiaroudienza).




E’ sempre difficile dare un’ interpretazione a questi episodi, molte volte essi sono segnali di persone scomparse che ci stanno a fianco oppure presenze positive o negative.
Se percepiamo un odore collegato a una persona cara che non c è più ne indica la sua vicinanza spirituale.




OLFATTO
(tratto da I dodici sensi)

Secondo il Talmud (Berakhòt 43b) l’olfatto è l’unico senso da cui l’anima trae piacere, mentre tutti gli altri sensi danno piacere al corpo. Inoltre, secondo i midrashim, l’olfatto fu l’unico senso a non essere stato coinvolto direttamente nel peccato dell’albero della conoscenza. Nel libro della Genesi si dice infatti che Eva "vide che il frutto era buono", e che Adamo "ascoltò la voce della moglie", e ovviamente, entrambi lo toccarono e se ne cibarono. Ma l’olfatto non ebbe un ruolo diretto in tutto ciò, e grazie a questo fatto il senso dell’odorato è il più spirituale di tutti i sensi. Esso permette di scoprire e di distinguere realtà molto sottili, del tutto nascoste agli altri sensi.


Ed ecco che ciò che gli occhi non vedono e le orecchie non sentono viene invece riconosciuto dall’olfatto; pur non essendoci prove chiare, evidenti, logiche ed inconfutabili dell’esistenza di Dio, l’olfatto spirituale ne scopre il profumo, scopre la traccia della Sua presenza.

Quanto detto permette di comprendere anche il significato del versetto conclusivo del Cantico dei Cantici: "Fuggi amico mio, e renditi simile alla gazzella, o al cerbiatto sopra i monti degli aromi."

Pur se l’amico (cioè Dio stesso) si allontana velocemente, superando in continuazione le sicurezze razionali, evadendo gli schemi nei quali la mente logica vorrebbe rinchiuderLo, la sposa (che è l’anima di Israele) può seguire la traccia del Suo profumo, e quindi conoscerne l’essenza. Infatti, come dice il Cantico: "Un olio profumato è il Tuo nome...", e conoscere il nome di Dio significa conoscere la Sua natura profonda, le Sue caratteristiche più vere.

Forse è proprio in virtù di queste sue doti di sottigliezza e di penetrazione che il senso dell’olfatto è chiamato il senso del Messia, anche se l’origine di tale affermazione va rintracciata nel versetto di Isaia (11°, 3): "E avrà il profumo del timore di Dio, non giudicherà secondo ciò che appare agli occhi, e non prenderà decisioni per sentito dire..."

In altre parole, il Messia saprà descrivere la realtà non solo secondo ciò che appare all’intelligenza (vista) o alla mente razionale (udito), ma sarà dotato di una percezione mistica, che gli permetterà di percepire i lati nascosti di ogni situazione, il valore interiore di ogni persona.



Il legame tra Tempio e senso dell’olfatto emerge con chiarezza se si pensa che l’offerta dell’incenso aveva un ruolo predominante nel servizio del Tempio. Si pensi allo Yom Kippùr, quando il Sommo Sacerdote entrava nel Santo dei Santi con il turibolo dell’incenso; o al fatto che l’altare sul quale si bruciava l’incenso si trovava proprio nel mezzo dell’hekhàl, tra il tavolo dei pani della proposizione e lamenorà. Sostanze profumate venivano mescolate anche nei sacrifici animali e delle primizie, e tutto ciò contribuiva a far sì che da ciò si alzasse il famoso réach nichòach (un profumo che ispira serenità).



Il sapore degli odori
(Tratto dal libro Odori di Gianni De martino)

Anche gli odori hanno una loro dimensione, anzi due e più: buoni o cattivi, piccoli o grandi, forti o deboli, inconsistenti o persistenti, veri o falsi. Tutti conosciamo gli odori, la loro memoria, lo spessore, la consistenza, la provenienza, la durata, il senso, il significato, il sapore. Insomma gli odori sono presenze che affermano la loro inconsistenza quando meno te lo aspetti e nella maniera più incerta e misteriosa. Ricordo gli odori di certe strade di Londra di notte, camminando lungo il Tamigi, o per la City, nella metropolitana, inseguendo la corrente del vento oppure controvento, una mescolanza di cipolle e di salsicce. Certi odori della campagna scozzese là dove la verbena si confonde col letame e col concime. L'odore dell'erba appena tagliata fresca dei prati inglesi, quello delle lenzuola fresche del calore liquido del sesso, della moquette spolverata o quello del cretonne delle tende che Joyce fa sentire a Evelina nel suo racconto dei "Dubliners". Insomma, odori, sapori, ricordi, immagini, epifànie dell'esistenza. Eccovi un libro sugli odori.

Gli odori possono essere molte cose. Gradevoli o repellenti SENSAZIONI prodotte dalle emanazioni sottili di alcuni corpi sufficientemente volatili, AGENTI CHIMICI della percezione olfattiva, dell’emozione, della confusione e dunque degli incontri, MESSAGGERI INVISIBILI della memoria, delle premonizioni, dei gusti, dei disgusti, dei tentativi d’amore e degli imprevisti, gli odori glissano dal più intimo sentire al caos del mondo, aggirandosi vorticosamente dallo spazio al tempo e dalle cose agli esseri. Li si può immaginare rutilanti e ciechi come gli atomi di Lucrezio. Oppure come scintillanti mediatori tra la Terra e il cielo.




E se gli odori fossero – come lo sono la Terra, il cielo e gli astri – Angeli? Dopo essermi forse illuso di aver lasciato i demoni alle spalle, non vorrei adesso affliggervi con gli Angeli. Ma, lettori cari, talvolta si ha l’impressione, lasciando la realtà virtuale ed odorando un fiore, di non essere più nel tempo. E nella gioia che sorge alle “porte della percezione”, la Terra sembra un giardino da attraversare, un luogo splendido nell’immaginazione. Questi attimi forse non sono nel tempo: è come il fuori tempo di una coscienza che esplode e salta insieme agli Angeli. Che sono i messaggeri, gli arcobaleni, i ponti vuoti sui quali tuttavia passa l’annuncio dei mutamenti.

Gli odori emanano dalla vita dei vegetali, degli animali, dei minerali e degli stessi esseri umani, suscitando emozioni, desideri e inquietudini. Io, per esempio, detesto – come la maggior parte di voi, a metà tra il tribalismo magico e l’invadenza della tecnologia – che qualcuno, dopo che mi sono lavato e sfregato ben bene, possa fare un’osservazione negativa sul mio odore personale o su quello della mia casa, dove ho appena acceso un bastoncino d’incenso. Mi disturba, per esempio, che la pubblicità – interrompendo il film in tv – insinui l’orribile suggestione dell’esistenza di qualcosa di terribile e maleodorante. “Vi sono giorni in cui non vi sentite ‘a posto’, afferma una vocina con brio agguerrito da professionista. Subito poi, con un sorriso brillante come un getto di napalm, vanta la “soluzione ai vostri problemi”, brandendo un fitocoso, una specie di frullaculo dai colori accesi: “Il deodorante cambierà tutto questo!”. Per quanto ci si lavi e ci si sfreghi (”fosse pure con il sangue dell’Agnello”, come dice Mwage Kaneyena quand’è sbronzo o amareggiato), emettiamo tutti un odore personale, unico, come il colore degli occhi o le impronte digitali. E siamo tutti profondamente impressionati dagli odori degli altri e del mondo che ci circonda.




Il potere degli odori rimanda a un potere invisibile che il discorso scientifico non riesce a circoscrivere. Esiste una casta di uomini che hanno come compito quello di addomesticare gli odori per combattere la scipitezza, la piattezza e la decomposizione. “Sono esseri strani” come mi ha detto ironicamente durante il nostro primo incontro il creatore di profumi Luigi Cristiano, spiegandomi che l’impressione di stranezza dipende da due cose: dal segreto al quale sono tenuti i creatori di profumi dalle leggi del commercio e dalle multinazionali delle fragranze e degli odori, e poi dal fatto che i cosiddetti “nasi” sono gli esploratori olfattivi di un mondo invisibile. Ma forse sono gli odori che sono strani.


Il profumo degli Angeli

Gli Angeli, in accordo con i loro Raggi di appartenenza, emettono dolci aromi che spargono quando appaiono; allo stesso modo, quando questi profumi vengono diffusi, loro arrivano.
A seconda del tipo di profumo che viene messo, giungono differenti categorie di Angeli.
Le profumerie sono luoghi pieni di Angeli.

Ecco una lista dei profumi che attraggono gli Angeli:

Gli Angeli del Raggio Azzurro del Potere e Protezione sono attratti dall’aroma del SANDALO.

Gli Angeli del Raggio Dorato della Saggezza sono attratti dai seguenti aromi: LIMONE, SAVIA MAGGIORANA e MIRRAH.

Gli Angeli del Raggio Rosa dell’ Amore Divino sono attratti da: CIPRESSO, EUCALIPTO, YLANG-YLANG.

Gli Angeli del Raggio Bianco dell’ Elevazione e della Purezza sono attratti dall’aroma del ROSMARINO.

Gli angeli del Raggio Verde della Salute amano i profumi di BERGAMOTTO, MENTA PIPERITA e ROSA.

Gli Angeli del Raggio Oro Rubino della Pace e Provvidenza sono attratti dai profumi dell’ISSOPO e del GINEPRO.

Gli Angeli del Raggio Violetto della Trasmutazione amano il profumo della LAVANDA e della VIOLETTA.

Il profumo nei sogni
Profumi ed odori nei sogni con la forza e immediatezza delle sensazioni provocate, possono costituire il nucleo portante del sogno stesso. Sono piuttosto rari, ma interessanti e significativi e vengono chiamati sogni olfattivi.


Il profumo nei sogni è legato alla percezione più profonda ed “inconscia” della situazione onirica che si sta vivendo, a sensazioni che scavalcano il possibile ragionamento onirico e che si possono paragonare alle stesse sensazioni ed intuizioni che ci assalgono durante la veglia. Questo significa che nei sogni si elaborano immagini, sentimenti, emozioni, intuizioni come nel mondo diurno, e che, anche nei sogni, ci sono livelli di comprensione più accessibili al sognatore, ed altri che si rifanno a ricordi troppo profondi, o a Sé rinnegati di ordine sessuale o al contrario spirituale.

Sognare di sentire un profumo o altri odori, provoca sensazioni molto forti che difficilmente vengono accantonate, perché collegate al cervello rettiliano, ad un sentire arcaico ed agli istinti primari di sopravvivenza. E’ un modo veloce ed efficace per creare una comunicazione con la coscienza.

Dal punto di vista simbolico il profumo e gli aromi in genere, hanno una valenza legata al divino. Se pensiamo agli incensi o alle essenze bruciate nei rituali più antichi, all’uso di questi nell’Antico Egitto durante il processo di mummificazione, alle cerimonie greche e romane in cui venivano versati sulle statue degli Dei, fino al moderno utilizzo nelle liturgie cattoliche, capiamo il ruolo centrale del profumo nel rapporto con la divinità.

Gli effluvi liberati creano un ponte fra la terra ed il cielo, ma nella loro immaterialità ed inafferrabilità, sono un simbolo perfetto della essenza dell’anima e delle sue virtù.

Il profumo è associato alla pulizia ed alla purificazione, che da fisiche diventano spirituali: profumi dolcissimi vengono attribuiti alla presenza di alcuni Santi (intorno a Padre Pio pare aleggiasse profumo di gelsomino), ma anche nella tradizione buddista il profumo del fiore di loto è una manifestazione di perfezione spirituale.

In generale profumo e odori nei sogni parlano del nostro approccio con lo spirito umano e la spiritualità, con la loro forza e potere di trasformazione.

Profumo ed odori più o meno gradevoli che aleggiano intorno ad una persona, e che persistono anche dopo la sua partenza, fanno sì che vengano associati ai ricordi. Si pensi alla velocità con la quale una fragranza richiama forti sensazioni sinestesiche, coinvolgendo tutti i sensi e proiettando nel passato, in un vero e proprio viaggio nel tempo. Tempo che è stato segnato da quel profumo.

Per questo ruolo nel richiamare il passato, odori e profumi nei sogni possono fare riferimento a ricordi sepolti e che cominciano ad emergere ed alla necessità di recuperare un contatto con questi ricordi che sono accessibili solo attraverso la chiave sensoriale del profumo.

Il profumo, tuttavia, nei suoi usi più comuni è legato agli aspetti sociali del vivere.Ci si profuma per piacere, per mostrare di essere “puliti,” per attrarre gli altri, per rendersi gradevoli. Avere un buon profumo è qualcosa che “avvicina” o che seduce gli altri. Al contrario, il cattivo odore nei sogni, associato inconsciamente a qualcosa di adulterato o decomposto, è sgradevole ed inquietante per i sensi, e fa riferimento ad una sgradevolezza o ad un problema che tormenta il sognatore, che nella realtà forse non è stato ancora inquadrato, o di cui avverte solo “la puzza” (metaforica).

Sognare di profumarsi può collegarsi al bisogno di rendersi gradevoli e di rivestirsi di un aura di piacevolezza, fascino e attrazione, forse per colmare un’insicurezza, una mancanza di visibilità, di autorevolezza, di appeal sessuale. In questa situazione onirica però è facile anche NON sentire il profumo, ma vedersi solo nell’atto di aspergersi, oppure vedere la bottiglia di profumo ed il nome di questo, tutti particolari che saranno importanti e da valutare nell’analisi del sogno.

Sentire profumo nei sogni è forse più raro, ma può offrire sorprese la precisa origine del profumo: profumo di rose, profumo di incenso, profumo di mare o di aria fresca, profumo di cibo. Sono tutte variabili che, come sopra, influiscono nell’interpretazione del sogno.

Il profumo di una persona nei sogni, parla dei sentimenti del sognatore nei confronti di questa e della possibile ammirazione o attrazione sentita. Può indicare qualità seduttive o spirituali che vengono attribuite a tale persona. Il profumo è sgradevole o ripugnante, farà emergere una diffidenza, un rifiuto istintivo, uno stop, l’ allarme di qualche parte di sé nei confronti di tale persona.

(di Marzia Mazzavillani © Opera protetta da licenza C.C.)




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Diario di una ragazza indaco di Michela Marini © COPYRIGHT




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