giovedì 6 giugno 2013

PERCHE' CI "INCANTIAMO"?


L’incanto e il vuoto senza tempo

Sarà capitato a tutti almeno una volta di restare incantati con lo sguardo, così, senza pensare a nulla, a tavola, in ufficio o addirittura per strada.

Essere in uno stato incantato è come un vuoto senza tempo, secondi, minuti, ore senza nessuna percezione … e nessun pensiero.



Lo sguardo è fisso su qualcosa ma non arriva mai all’oggetto, si perde prima e si resta incantati.

Si tratta di una pausa che il cervello ogni tanto si prende, una vera assenza del pensiero: uno stato meditativo spontaneo. Molti credono sia complicato raggiungere un simile vuoto mentale, eppure accade naturalmente.

Ogni tecnica, ogni esercizio ha solo questa funzione: creare la condizione perché questo “vuoto” accada. La meditazione in realtà è solo questo, una pausa nel vuoto ed è ingannevole pensare di “fare la meditazione”; sarebbe corretto dire che si esegue un esercizio per favorire la meditazione.

Si può anche utilizzare una candela accesa che viene posta all’altezza degli occhi, lo sguardo invece di fissare la fiamma si perde prima, mentre l’attenzione viene posta sul respiro. E’ possibile e particolarmente bello utilizzare l’azzurro del cielo per lo stesso esercizio, sdraiati su di un prato, o sulla spiaggia lasciando che lo sguardo si perda nell’azzurro.

Col tempo e la pratica si scopre che non ci sarà più bisogno di chiudere gli occhi per cercare quello che c’è dentro; guardando fuori … il cielo è ovunque e ovunque possiamo trovare il nostro “vuoto senza tempo”.



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Diario di una ragazza indaco di Michela Marini © COPYRIGHT

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